lunedì 30 aprile 2012

54 basta

 54 con l'uccisione di Vanessa, 20 anni, solo dall'inizio del 2012.

Ho firmato questo appello per lei e per tutte le altre, che è comparso anche sui media mainstrem. Sperando che non sia solo un sasso che cada nel vuoto come spesso accade.

54 sono troppi per non dire basta, troppi per continuare ad ascoltare e leggere dai nostri media di "gelosia" , di "passione", di "raptus". Troppi per continuare a propagare una cultura dominante che non riconosce alle donne lo status pieno di persona e che impone agli uomini un modello di grande povertà emotiva e relazionale.

Barbara Spinelli ha ricostruito in questo libro la storia di questa parola che sta finalmente lentamente entrando nel riconoscimento giuridico internazionale.

Il femminicidio è "l'annullamento  dell'identità e della libertà di autodeterminazione della donna, attraverso la violenza fisica, fino all'uccisione, o l'assoggettamento psicologico, economico, culturale, politico, giuridico, per fare sì che il suo comportamento risponda alle aspettative dell'uomo o della società, sia conforme al ruolo tradizionale assegnato a uomini e donne, e per punirla quando si discosta da tale modello." 

La  forma estrema di femminicidio è l'uccisione di una donna in quanto donna

Ricordo qui che il Comitato delle Nazioni Unite che monitora l'applicazione della CEDAW, la Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione verso le donne, ha espresso questa preoccupazione:
"Il Comitato rimane preoccupato per l’elevata prevalenza della violenza nei confronti di donne e bambine nonché per il persistere di attitudini socio-culturali che condonano la violenza domestica, oltre ad essere preoccupato per la mancanza di dati sulla violenza contro le donne e bambine migranti, Rom e Sinte.
 Il Comitato è inoltre preoccupato per l’elevato numero di donne uccise dai propri partner o ex-partner (femminicidi), che possono indicare il fallimento delle Autorità dello Stato-membro nel proteggere adeguatamente le donne, vittime dei loro partner o ex partner."

Un ricordo in particolare va alle tante donne e trans uccise per mano di uomini "clienti" o di sfruttatori, in particolare le migranti di cui spesso non si sa nulla perché qui erano "clandestine", fantasmi. Almeno 200 in due anni, solo le nigeriane, stando alle cronache, ma le stime arrivano a 500 donne scomparse nel nulla e forse uccise.

Pochi giorni orsono anche in Argentina il femminicidio è diventato reato con propria identità giuridica. 

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Segnalo un importante articolo di Barbara Spinelli che da anni si batte per la prevenzione e lotta al femminicidio. Da lei si può imparare tanto sul termine femminicidio, sulla sua storia, su cosa fare per combatterlo:  http://27esimaora.corriere.it/articolo/perche-si-chiama-femminicidio-2/



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